Alcuni anni fa, la fornitura di legno di sandalo è diventata davvero un problema. La stella dei caldi boschi, il sandalo bianco indiano, decimata da un eccessivo sfruttamento, era diventata quasi impossibile da trovare e costare troppo. Le molecole sintetiche, se permettono di ricostruire parzialmente la materia e rimangono molto interessanti da usare, non mi hanno mai completamente convinto.

Da allora sono emerse alternative naturali. Una specie vicina di sandalo bianco, il Santalum austrocaledonicum ha raggiunto qualità che ne consentono l’uso in profumeria, garantendo allo stesso tempo uno sfruttamento ragionato e buone pratiche in loco in termini di rispetto per l’ambiente, le popolazioni e le tradizioni locali.

Uno dei miei fornitori si è recentemente vantato del suo olio essenziale di sandalo della Nuova Caledonia che cresce su una delle isole dell’arcipelago. Viene distillato dal legno raccolto dalle tribù locali che sono consapevoli dell’importanza della rigenerazione naturale della materia prima. Il taglio è controllato e regolato da quote, al fine di preservare la risorsa per le generazioni future. 

Questo mi ha già fatto sognare su carta e lo ha reso un candidato interessante per accompagnare la vaniglia nel mio prossimo profumo.

Al momento della scrittura, il suo odore caldo, legnoso, latteo, leggermente speziato, morbido e rotondo, ha deliziato il mio naso. Mi dà davvero una sensazione di pace interiore e serenità. Non sorprende che i buddisti lo considerino un legno sacro; questo olio è veramente magico, un incanto. E finalmente ho trovato il compagno ideale per la vaniglia del Madagascar che guida la danza del Vanilla Project.

Sandalo dalla Nuova Caledonia

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