Forse avete letto questo eccellente articolo di Fragrantica La mappa e il territorio (in inglese)
Questa affermazione, “la mappa non è il territorio”, l’avevo già sentita prima. Viene da una pubblicazione di Alfred Korzybski, inventore della semantica generale negli anni Venti (che in seguito ha influenzato la Programmazione Neurolinguistica – e non vi consiglio di leggerla, a meno che non siate appassionati, è piuttosto astrusa).
In breve, esprime che la nostra percezione di un evento è totalmente soggettiva. Così Emilie e Patrick potrebbero aver assistito alla stessa cosa, un incidente d’auto per esempio, lo descriveranno in modo diverso, secondo la loro esperienza, la loro educazione, la loro cultura… Insomma, ognuno costruisce la propria realtà, il proprio cinema portatile.
La descrizione non è il profumo.
Ciò implica che nessuna descrizione di un profumo è il profumo stesso. Sembra ovvio, ma è importante ricordarlo e Serguey Borisov lo fa con eleganza nel suo articolo. Le piramidi, i voli di fantasia poetica ed elitaria del marketing dei marchi, i commenti, non vi daranno mai e poi mai che una visione tronca e orientata di un profumo. E solo la tua esperienza personale può darti un’idea migliore.
Noi profumieri e marchi cerchiamo di rappresentare e trasmettere idee ed emozioni attraverso queste descrizioni. Qui condivido la mia storia di come e perché è stata creata una particolare creazione e di cosa credo possa parlarvi. Ma quello che mi interessa davvero è che poi si crea la propria storia, quando si sperimentano le mie creazioni. E che il profumo continui a vivere con te.
Per andare ancora oltre, implica anche che la vostra percezione molto personale di un profumo può variare nel tempo, a seconda del momento, del vostro stato emozionale… E che quindi, la vostra esperienza di un profumo non è mai la stessa due volte. Lo si vive in modo diverso ogni volta che lo si indossa. Eraclito diceva sempre che non si fa mai il bagno due volte nello stesso fiume.
La formula non è il profumo
E così nasce l’idea che un profumo può variare. Per me le fragranze più belle sono quelle sfuggenti, quelle che non riesco mai a cogliere appieno, che sono commoventi e mi raccontano ogni volta una storia diversa, quelle che mi accolgono perché sembrano essere molto più di un elenco di note e componenti, hanno quasi un’anima.
L’industria cerca di presentare prodotti che abbiano sempre lo stesso odore, su tutti, e il controllo qualità si occupa del grano. Gli artigiani hanno la fortuna di potersi liberare di queste considerazioni.
La tuberosa assoluta nel lotto di Scandalous Water dello scorso anno non sarà la stessa di quest’anno. E le minime variazioni, anche di nota e di colore, fanno di ogni lotto una nuova creazione, anche se la formula non cambia di un millimetro.
Creare un profumo dalla A alla Z è un po’ come essere un mago.
E questo è ciò che amo del creare arte. I creatori sanno intuitivamente che la loro mappa non è il territorio, presentano solo una versione stilizzata della loro realtà, che non ha altra pretesa che quella di toccare il pubblico o di far pensare alla propria mappa del mondo. E che forse la magia accade e si viene trasportati.